Attracco, conclusi
i lavori a terra: manca
solo la fine dell’alaggio
Manca poco, pochissimo, anche se ora non dipende più soltanto dalla buona volontà di geometri, ingegneri e operai, ma anche dai capricci del fiume Po. Nel senso che tutte le opere a terra per l’attracco da diporto che sorgerà a Casalmaggiore (una delle opere più attese in città negli ultimi anni) sono ormai concluse. Manca una lieve (ma significativa) percentuale di lavori – per lo più in alveo, ossia da svolgere stando sull’acqua del fiume con apposite imbarcazioni, e in parte da terra – che saranno possibili a patto che il livello dell’acqua resti pressoché stabile.
Andiamo con ordine: negli ultimi giorni l’accelerazione c’è stata, eccome. La zona di attracco dell’attracco (perdonate il bisticcio), ossia il punto in cui la struttura in ferro, che tuttora giace, ormai pronta, all’Italian Zeta di Quattrocase, verrà fissata alla riva è stata spianata e sistemata. Poi martedì è arrivata pure la betoniera, da Bagnolo San Vito, che ha consentito la colata di cemento necessaria a fissare i plinti di ancoraggio, tutti realizzati in punti strategici e abbastanza simmetrici rispetto alla struttura in ferro.
Mercoledì pomeriggio i lavori sono stati conclusi: oltre ai plinti sono anche stati realizzati particolari scivoli di cemento, chiamati castrie, che aiuteranno l’attracco a “regolare” il flusso d’acqua e ad addolcire il passaggio da periodi di piena a quelli di magra: di fatto l’attracco sarà cullato per non subire scossoni o urti, anche a causa della corrente, particolarmente forti in alcuni momenti dell’anno.
All’appello manca così lo scivolo di alaggio, o meglio una parte di esso: la spianata andrà infatti allungata, per favorire un migliore ingresso in acqua delle imbarcazioni che poi saranno fissate all’attracco. L’ingegner Secondo Visioli spiega che in questo caso è difficile fare previsioni sui tempi: “Abbiamo iniziato a lavorare all’alaggio, ma da venerdì scorso a martedì il Po si è inaspettatamente alzato di quasi un metro e mezzo. Ora dobbiamo aspettare che torni a “sgonfiarsi”, poi riprenderemo”.
Comunque sia, si tratta della parte terminale del lavoro: la maggior parte delle operazioni può dirsi conclusa. Ora occorrerà aspettare una decina di giorni, durante i quali attendere che il cemento steso in questi giorni si asciughi, fissare la struttura in ferro e, come detto, terminare lo scivolo di alaggio. Nonostante le bizze impreviste del Po, l’attracco potrebbe essere inaugurato per la metà di settembre.
Giovanni Gardani
© RIPRODUZIONE RISERVATA