Palazzo ex Pretura
altri 50mila euro per
rimetterlo a nuovo
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Nella foto, il Palazzo ex-Pretura di Casalmaggiore e alcune crepe dell’interno
Il palazzo ex Pretura è da decenni tra gli edifici pubblici più ammalorati del comune di Casalmaggiore. Il sisma del maggio 2012 lo ha reso ancor più bisognoso di interventi di messa in sicurezza e restauro.
Dall’assicurazione sui beni immobili comunali, l’amministrazione casalese ha ottenuto complessivamente circa 250 mila euro, 95mila dei quali indirizzati proprio agli interventi post-terremoto da mettere in cantiere in via Saffi. Il palazzo che ospita i locali della Polizia Municipale e che ha accolto (passato prossimo d’obbligo) gli uffici del Giudice di Pace, ora potrà contare anche su un altro contributo: la giunta comunale si appresta infatti ad accettare il finanziamento derivante dal fondo di rotazione regionale, che prevede circa 50mila euro assegnati in parte a fondo perduto (il 25%), in parte con restituzione decennale rateizzata.
“Nella prossima riunione di Giunta – spiega il sindaco Claudio Silla – andremo ad accettare questo contributo che metteremo a fianco delle risorse ottenute dalla polizza assicurativa sugli immobili comunali in seguito ai danni del terremoto del maggio 2012″.
Un importo che, complessivamente, permetterà al comune di Casalmaggiore di disporre di circa 150mila euro per interventi di vario genere da effettuare nel palazzo ex Pretura. Il restyling riguarderà soprattutto l’interno dell’edificio, che dopo aver salutato il Giudice di Pace si appresta ad accogliere l’Ufficio Tributi comunale.
“Stiamo valutando di cambiare collocazione anche alla sede della Polizia Municipale, che potrebbe essere spostata al piano superiore, dove ci sono uffici più funzionali e consoni all’attività dei vigili”: precisa Silla. Ma non è tutto: “Il recupero del palazzo passa anche per lo sfruttamento di alcuni locali come il sottotetto, che potrebbe ospitare parte dell’archivio comunale”.
E’ ancora troppo presto però per parlare di tempi d’intervento: prima si pensa al recupero delle risorse, poi all’apertura del cantiere.
Simone Arrighi
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