Cronaca

Chiesa di Casteldidone
sotto i ferri: è più
grave del previsto

Nella fotogallery, il sopralluogo nella chiesa di Casteldidone con Mons. Bonazzi

Eretta tra il 1835 ed il 1837 sulla base di un edificio religioso preesistente, la chiesa di Casteldidone consacrata ai Santi Abdon e Sennen, è l’unica tra le parrocchiali del territorio casalasco danneggiate dal sisma del 2012 ad essere già sotto i ferri per un restauro definitivo.

Un’operazione complicata che implica interventi a livello strutturale e parietale. Ecco perché i lavori dovrebbero durare fino a 2014 inoltrato, se non oltre. “L’auspicio – spiega monsignor Achille Bonazzi, responsabile dei Beni Artistici della Diocesi di Cremona intercettato proprio a Casteldidone durante un sopralluogo nella parrocchiale danneggiata – è che entro ottobre le volte della chiesa siano consolidate, in modo tale da permettere l’intervento sulle coperture perché le eventuali nevicate, in una situazione del genere, ci preoccupano molto”.

Quattrocentomila euro il preventivo dell’opera, che subirà con ogni probabilità delle modifiche per eccesso, visti i primi rilievi all’apertura del cantiere. La situazione della chiesa è infatti più preoccupante del previsto, anche se l’individuazione precisa dei danni permetterà interventi più opportuni, mirati ed aggressivi.

“La chiesa di Casteldidone va conservata”: è il monito di monsignor Achille Bonazzi. “L’input che mi è stato dato dal vescovo Lafranconi è chiaro: ‘don Achille, riapri le chiese parrocchiali’. Certo, rispondo io, quando ci sono i progetti e quando ci sono i soldi per pagare chi lavora”.

La mappatura dei danneggiamenti provocati dal terremoto, condotta dall’ingegner Guido Favalli, direttore dei lavori, ha evidenziato problematicità che necessitano di un intervento urgente: il progetto completo di Casteldidone il cui computo è stato approvato dalla Soprintendenza, andrà con ogni probabilità implementato. Il contributo regionale è di 82mila euro. Il restante, per raggiungere i 400 mila euro preventivati e forse non sufficienti a coprire l’intero intervento, sarà a carico di parrocchia e Chiesa Episcopale Italiana.

Simone Arrighi


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