Sei profughi ospitati
per due anni al ‘Germani’:
“Un’esperienza costruttiva”
Nella foto, cinque dei sei ragazzi ospitati dalla Fondazione “Germani” di Cingia de’ Botti
Tra i tanti volti della fragilità, c’è anche quello dei profughi. E con spirito di accoglienza, da sempre nel dna della Fondazione “Elisabetta Germani” di Cingia de’ Botti, sei ragazzi provenienti dall’Africa sub-sahariana sono stati ospitati negli ultimi due anni in un’ala della struttura. Si tratta di sei ragazzi, Abdourahmane Balde e Diallo Mamadou della Guinea, e Tiemoko Fofana, Tiefi Samake, Mamadou Magassa e Diarra Kalifa del Mali, che hanno trovato ospitalità in una palazzina non utilizzata dagli ospiti della Fondazione. L’esperienza è stata possibile grazie a un protocollo d’intesa siglato con la Caritas diocesana di Cremona, che ha collaborato attivamente con la fondazione affinchè venissero adottate tutte le misure atte a garantire la tranquillità degli ospiti della Fondazione.
Il soggiorno dei giovani nordafricani , di età compresa tra i 20 e i 25 anni, si è concluso accompagnato dalle parole di soddisfazione del vicedirettore della Caritas Cristiano Beltrami, che ha seguito in prima persona il progetto che ha coinvolto la Fondazione. “È stata un’esperienza unica sul territorio – evidenzia Beltrami -: soltanto il Germani ha dimostrato un’immediata disponibilità e sensibilità in occasione dell’emergenza Nord Africa nel 2011, per ospitare i profughi richiedenti asilo. Desideriamo ringraziare il presidente Riccardo Piccioni e i vertici della Fondazione perché hanno dimostrato grande apertura alle diversità e alle situazioni di bisogno, anche provenienti da Paesi lontani”.
I due anni trascorsi al “Germani” sono stati motivo di arricchimento, dal punto di vista umano e culturale: i sei ragazzi si sono progressivamente integrati nella realtà territoriale e, con spirito di attenzione e rispetto nei confronti degli ospiti, hanno contribuito alle attività di animazione e della fondazione partecipando anche alle feste e ai momenti di aggregazione. I giovani nordafricani, che trascorrevano gran parte della loro giornata in sede Caritas a Cremona, dove hanno avuto l’opportunità di frequentare corsi di alfabetizzazione per imparare la lingua italiana si sono inseriti positivamente nella fondazione e uno di loro ha attualmente trovato un’occupazione presso un’azienda agricola della zona.
È stato “un esempio di solidarietà concreta”, per dirla col presidente Piccioni, mentre il direttore generale Marina Generali ha messo in risalto le finalità solidaristiche che animano l’attività della realtà assistenziale di Cingia de’ Botti: “La Fondazione, in passato, in situazioni di bisogno ed emergenza, ha dato asilo anche a terremotati e sfollati. Anche in quest’occasione, abbiamo ritenuto importante dimostrare che, al momento del bisogno, la nostra realtà è disposta a offrire risposte concrete di accoglienza. L’accoglienza dei ragazzi è stata un percorso valutato positivamente anche da sindacati e dipendenti, che hanno apprezzato questa forma di apertura nei confronti delle situazioni di bisogno».
“I ragazzi ospitati – conclude Generali – hanno mantenuto un comportamento corretto e rispettoso nei confronti degli ospiti e per noi è stato motivo di orgoglio poterli aiutare, anche come momento di confronto su altre forme di fragilità diverse rispetto a quelle che noi seguiamo costantemente con gli anziani. Il contatto con questi ragazzi, toccati da esperienze così pesanti, è stato momento di riflessione e di crescita. Al momento del loro arrivo in fondazione uno dei ragazzi ha detto “Faremo del nostro meglio per non creare problemi e se Dio vuole questa sarà una bella esperienza”. A distanza di due anni possiamo dire che è stata un’esperienza costruttiva per tutti”.
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