Sul tetto del mondo
da over 50: l’impresa
di Tirel e Ponzoni

Campioni del Mondo, anche a 50 anni. Anzi sopra i 50 anni. Un casalasco doc e un cremonese, che però la nostra terra ce l’ha nel cuore, hanno conquistato, domenica a Salonicco il Mondiale di basket over 50: una grande impresa per Marco Tirel, originario di Monfalcone ma residente a Cremona dal 1990, e Giuseppe Ponzoni, nato a Casalmaggiore, cresciuto a Gussola e ora a Pesaro.
Il primo, classe 1961, ha giocato a Piadena per tre stagioni, conquistando una storica promozione in C1 e lasciando il casalasco nel 2001. Racconta così l’emozione di Salonicco. “Quello che noto” spiega Tirel “è che in italia questi tornei di maxi basket passano un po’ in sordina, come fossero amichevoli. In realtà questa realtà sta prendendo sempre più piede nel mondo e Mondiali ed Europei, che si giocano tutti gli anni (il torneo continentale negli anni pari, quello globale negli anni dispari, ndr), sono ospitati in grandi città e palazzetti. I prossimi, per capirci, saranno a Orlando, nelle strutture di Disneyworld. Il lavoro della Fimba (Federazione Italiana Maxi Basket, ndr) deve mirare a incrementare il movimento, a partire già dagli Europei 2014 a Ostrava. Avremo anche la World League a Pesaro, riservata a chi ha vinto almeno un titolo continentale, dopo di che ogni continente ha poi il suo campionato: e anche la Cina inizia ad affacciarsi”.
A Salonicco la categoria over 50, dove l’Italia ha vinto il Mondiale, era la più affollata. “Trenta squadre iscritte su 190 totali, contando le diverse categorie che andavano dall’over 35 all’over 75, sia maschile che femminile (dove il limite era over 60, ndr). Così l’organizzazione ha messo in piedi otto gironi, dove passava solo la prima: abbiamo vinto bene il nostro quadrante, con Perù, Russia e Ucraina e siamo passati alla fase eliminatoria. L’over 45 sta alzando il livello, ma dato che molti, in attesa del ricambio, sono passati nell’over 50, diciamo che il torneo è stato molto probante. Ai quarti abbiamo sconfitto la Croazia, in semifinale gli Usa con due ex Nba, tra cui Mark Acres, ex Varese e Orlando. Si pensi che uno statunitense ha giocato con una mano rotta. Questo per dire che non parliamo di amichevoli. In finale poi abbiamo superato la Slovenia: e devo dire che è stata più dura che contro gli States, che pure erano favoriti, come sempre quando si parla di pallacanestro”.
Giuseppe Ponzoni, classe 1956, è addirittura responsabile in Italia di questo movimento. Anche se quest’anno non ha giocato. “Fino al 2012 ho giocato in D, ora vedo nelle nuove generazioni poca voglia di impegnarsi e questo mi fa rabbia. Vedremo per il futuro. Questa avventura del maxi basket, in Italia, va avanti dal 2004, ma ci sono campionati di maxi basket da 16-18 squadre in tutto il mondo. Noi, purtroppo, siamo all’ultimo posto, nel senso che la Federazione dà poco interesse. Argentina, Brasile, Usa, Polonia, Finlandia, Slovenia e Russia sono all’avanguardia: organizzano gare ufficiali di campionato prima dei match di massima serie. Eppure, a conferma di un movimento in crescita, i Mondiali sono stati seguiti da 60-80mila persone, a giudicare dai contatti via internet e tv”.
E’ una rivoluzione, quella che Ponzoni vorrebbe favorire. “Non la impongo io, ma i tempi: oggi a 40 anni uno è ancora giovane, qualche anno fa no. L’età media si alza e l’equilibrio della vita sportiva è cambiato. Questi tornei si fanno per passione, non si prende una lira. La prossima settimana sarò a colloquio con Gianni Petrucci e spero di avere qualche appoggio in più. Intanto il 24 agosto saremo in diretta tv da Capo d’Istria contro la Croazia di Kukoc e Divac e la Slovenia. Speriamo di avere maggiore visibilità”.
Da responsabile ha un ruolo anche nelle selezioni? “Diciamo che propongono a coach Alberto Bucci una maxi lista da 30-40 giocatori: poi valutiamo se hanno giocato, se fisicamente sono a posto, se devono prendersi le ferie o se lavorano. La vittoria si deve principalmente a Bucci, grande motivatore, e poi ad un po’ di fortuna, che fa sempre comodo. Ma è tutto un movimento a crescere (i Mondiali sono stati vinti anche dall’Italia over 40 e over 45, ndr), il che dovrebbe far pensare la Federazione”.
E il casalasco Ponzoni che legame ha con il casalasco, appunto? “Torno una volta al mese, quando c’era ancora mia madre tornavo più spesso, ma fratelli e sorelle sono sempre a Gussola. E poi seguo le imprese della Tazio Magni su internet. Sono amico di Adami su Facebook e lui aggiorna tutto ogni settimana”.
Mica male per i neopromossi in serie D il tifo da parte di un neo Campione del Mondo. A 57 anni: e chi l’ha detto che la carta d’identità è un problema?
Giovanni Gardani
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