Politica

Arces critica il comune:
“Insegniamo a spendere
soldi a chi non ne ha?”

Nella foto, Giuseppe Guarino, presidente dell’Arces Viadana

Tramite un comunicato l’Arces di Viadana critica pesantemente l’amministrazione comunale di Viadana, nello specifico il vice sindaco Dario Anzola. L’attacco concede il beneficio del dubbio su alcuni passaggi (non si conosce ancora il bilancio, si fa notare), poi però tocca vari punti.

“Alla riunione dello scorso giovedì, organizzata per le associazioni e parti sociali promossa dalla amministrazione comunale di Viadana, sulla crisi e nuove povertà” si legge nel comunicato di Arces “abbiamo partecipato nella speranza che il comune, seppur nelle difficoltà economiche, assumesse un minimo di impegni su questioni di vitale importanze per molte famiglie della nostra comunità.

Così non è stato e non possiamo dare un giudizio su questo atteggiamento dell’amministrazione poiché non conosciamo il bilancio. Non possiamo però non manifestare sconcerto per alcune considerazioni del vice sindaco Anzola, impregnate di demagogia e diffusione di false notizie che rileviamo nella risposta al nostro rappresentante, citiamo testualmente: il comune non ha i soldi per comprare un furgone per l’Arces. Tutti sanno benissimo che la nostra associazione non ha mai chiesto una cosa del genere, abbiamo manifestato per iscritto e in diversi incontri l’esigenza di un mezzo di trasporto per un giorno al mese per il ritiro dei pacchi alimentari. Pensiamo che recepire ed affrontare i problemi in questo modo, non aiuta le associazioni e la comunità”.

Un plauso va invece a Penazzi. “Riteniamo positiva la dichiarazione pubblica del sindaco, che citiamo testualmente: il comune ha a disposizione i locali e mette a disposizione questi, si intende gratuitamente e criterio valido per tutti, anche per la nostra associazione. La richiesta della amministrazione di un coordinamento delle associazioni, tendente soltanto a togliere dei pacchetti a qualche assistito che usufruisce di questo servizio sia da noi che dalla Caritas e dalla Croce Costantiniana, la riteniamo inopportuna: si tratta di famiglie che hanno veramente bisogno, delle quali conosciamo la situazione familiare. Riteniamo che il discorso di informazione e cultura verso le famiglie bisognose, di come spendere meglio i soldi in questa fase di crisi ormai tragica, sia valida fino ad un certo punto: tante di queste famiglie non hanno i soldi per pagare l’affitto, le bollette e per mangiare. Vogliamo insegnargli come spendere i soldi che non hanno? Va considerato il fatto che la nostra associazione come tante altre, sta cercando nei limiti del possibile di rendersi utile, al comune chiediamo di affrontare le questioni oggettivamente”.

Infine una richiesta di autonomia. “Intendiamo precisare che la consulta non è il coordinamento delle associazioni, ma è una associazione di associazioni che volontariamente si sono unite per poter portare avanti dei progetti comuni, così come abbiamo fatto con il bando “accogli un sorriso”, questo però non significa che la consulta possa decidere sulle attività ed autonomia delle associazioni”.

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