Streaming, Silla detta
regole a Ferroni…
e pure ai 5 Stelle
Tanto tuonò che piovve. Anche se alla fine, in verità, l’attesa decisione del sindaco Claudio Silla sulla possibilità di revocare lo streaming al gruppo Casalmaggiore per la Libertà non è un no secco, bensì un’indicazione di percorso, per quanto stringente. Del tipo: o accettate queste condizioni, o addio streaming.
Di fatto non si tratta di una revoca totale, che era stata richiesta dal vicesindaco Luigi Borghesi con un’interrogazione ad hoc, discussa poi a porte chiuse dal consiglio e senza la presenza delle minoranze, anche se qualche regola cambia, in senso restrittivo.
Il gruppo Casalmaggiore per la Libertà potrà quindi trasmettere ancora le sedute, ma dovrà farlo in diretta, in modo integrale, dunque senza estrapolare poi spezzoni “on demand” e senza loghi o simboli di partiti o gruppi politici che accompagnino la riproduzione video. Come detto, non è una decisione forte come qualcuno poteva temere (si era parlato di sospendere le riprese del consiglio), che tuttavia viene bollata dal gruppo che fa capo a Orlando Ferroni come una prova di scarsa trasparenza, cavallo di battaglia quest’ultimo che spinse anche il Movimento 5 Stelle in difesa di Casalmaggiore per la Libertà mediante un comunicato ufficiale.
Claudio Silla, dopo la lettera protocollata in risposta al consigliere Ferroni, ha spiegato: “Noi abbiamo dato l’ok al gruppo Casalmaggiore per la Libertà in buona fede, ma l’uso politico che è stato fatto della discussione su Casa Zani non è accettabile. Quindi d’ora in avanti le regole sono chiare e semplici: lo streaming può essere fatto, ma in diretta, in modo integrale e, al termine della seduta, la registrazione va poi passata al sito del comune, che la archivia. Qui potrà essere visibile a chiunque. Inoltre va indicato un responsabile dello streaming, come per qualsiasi media regolarmente registrato: sin qui questa figura non è mai stata precisata dal gruppo di Ferroni. Dopo di che, tengo a ricordare che il consiglio è a porte aperte e che la popolazione può partecipare quando vuole. Non era possibile vedere un consiglio mutilato di alcune discussioni, con commenti non firmati di parte e con un simbolo politico che etichettava il tutto. Questo non era giusto né per la maggioranza, né per gli altri consiglieri di minoranza. Il modo migliore per farsi un’opinione era e rimane ancora partecipare al consiglio”.
Ferroni, tuttavia, rimane sulla sua posizione. Anzi rincara. “La cosa più grave? Ho controllato la mia mail ma non ho ricevuto nessuna comunicazione. Hanno saputo di questa revoca prima i giornali e i media, del sottoscritto. Comunque sia questo è un nuovo boomerang, dopo quello di Casa Zani. E’ il segno di una maggioranza che ha paura della sconfitta e della trasparenza”.
Ferroni, in passato, disse: “Continueremo a trasmettere anche in caso di revoca, se vogliono chiamino i carabinieri”. E’ della stessa idea? “Contro la legge non andiamo, ma non siamo in regime di dittatura. E non siamo nemmeno i primi a fare streaming. Quindi ci confronteremo con altri comuni dove le riprese sono realtà da anni e vedremo cosa è consentito fare e cosa no. Non ho comunque mai sentito parlare da nessuna parte di un’amministrazione che impedisce lo streaming. E non ha nemmeno senso attaccarsi allo streaming targato col simbolo politico e alla chiusura dei commenti: se uno non offende e non usa toni pesanti, per conto mio può, anzi deve, commentare”.
La polemica è lungi dall’essere conclusa. E nel mentre, tornando a Silla, ecco una risposta, per quanto non ufficiale, anche al Movimento 5 Stelle, che a marzo chiese il permesso di trasmettere in streaming, ma a spese del comune. “Lo streaming è possibile, alle condizioni appena dettate. A queste, aggiungiamo che le riprese devono essere a spese di chi le effettua, non del comune”.
Ultimo paletto che di fatto costituisce un no abbastanza netto alla richiesta dei “grillini”.
Giovanni Gardani
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