“Bombe d’acqua”:
il racconto dell’apocalisse.
Colpiti anche case e chiese
Le chiamano “bombe d’acqua” ma quella esplosa sabato mattina a Casalmaggiore e dintorni più che una bomba è stata un’apocalisse. Mezz’ora di inferno che ha provocato migliaia di euro di danni che diventeranno milioni quando tutte le stime saranno completate. Particolarmente colpita l’agricoltura, qualche capannone, stalle ed edifici civili.
A Martignana di Po la furia dell’evento meteorologico ha assunto le sembianze di un’autentica tromba d’aria passando accanto ad alberi che ha sradicato come fossero fuscelli e lasciandone altri intatti in una specie di incredibile, beffardo e incomprensibile slalom. Il vento, la pioggia e la grandine hanno letteralmente “aspirato” le coperture dei nuovissimi gazebi installati da poco più di un mese presso il giardino estivo del ristorante martignanese “Miami”.
A Vicoboneghisio un vetro della cupola infranto ha fatto entrare un fiume d’acqua in chiesa impegnando a lungo fedeli e parroco per la messa in ordine. A Villanova campi di mais “centrifugati” dalla grandine e dal vento. Strappati i cavi e i pali telefonici a Dossi di Sabbioneta dove sono arrivati Carabinieri e Vigili del Fuoco per ripristinare la viabilità. Un cavo dell’alta tensione ha tolto corrente ad aziende di suini con il rischio sopravvivenza per gli aninali. Ingenti danni pure a Viadana, Cicognara, Cogozzo, con acqua entrata in tante aziende dove si è intervenuto prontamente: l’assessore Adriano Saccani è stato da subito impegnato per verificare i danni. Anche nel viadanese la mezz’ora di apocalisse ha mandato in fumo coltivazioni di grano, angurie, meloni, pomodori.
A Pozzo Baronzio, nel comune di Torre de’ Picenardi, vicino a Cappella de’ Picenardi (località tra le più devastate dal nubifragio), è stato divelto addirittura il tetto di un’abitazione.
Davide Caleffi, primo cittadino di Spineda, ha annunciato che, insieme ai sindaci del territorio, presenterà al Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni in visita mercoledi prossimo a Cremona, la richiesta di risarcimenti per la calamità naturale.
Rosario Pisani
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