Tares, ecco cosa cambia
a settembre a Piadena
e a Casalmaggiore
Tares, cinque lettere e tanti timori, legati anche alla novità. Già ma, dietro quella sigla, cosa cambia in concreto per il cittadino? Lo abbiamo chiesto a Emanuele Bernardelli, responsabile tecnico di Casalasca Servizi, che opera su un territorio di 44 comuni. Di questi, soltanto due, Casalmaggiore e Piadena, avevano da tempo adottato la Tia, che a differenza della vecchia Tarsu, somiglia molto di più alla Tares. Nella giungla di sigle, basti un concetto, che lo stesso Bernardelli spiega. “Quando il consiglio comunale di Casalmaggiore ha adottato la Tares come corrispettivo, ha fatto una scelta tale per cui verrà quantificato il rifiuto prodotto da ogni cittadino. Il corrispettivo, dunque, a differenza della Tares intesa come tributo, che avrebbe costretto il comune a farsi carico della fatturazione del servizio, determina la parte puntuale di rifiuti prodotta da ciascuna utenza”.
Qui arriva la parte più interessante, perché la Tares può diventare la molla educativa alla raccolta differenziata. Almeno per il secco: da settembre infatti a Casalmaggiore e Piadena saranno distribuiti bidoni da 30 e 40 litri con tag, codice a barre e codice alfanumerico. “Questi bidoni del secco conteggeranno ogni svuotamento, sia in caso di bidone colmo all’orlo, sia in caso di bidone mezzo vuoto. Il cittadino è dunque incentivato a riempire completamente il proprio bidone e a metterlo fuori, per la raccolta, solo al momento giusto. Così facendo, impara a fare la differenziata e paga di meno, perché il bidone viene svuotato un minor numero di volte”.
Difficile quantificare il costo di uno svuotamento ma, nella vicina Colorno, si pagano circa 0.80 euro alla volta: è presumibile che la cifra a Casalmaggiore e Piadena non si discosti troppo. Il codice a barre serve ad evitare problemi qualora qualche “furbetto” strappi il tag che rileva lo svuotamento. In quel caso il bidone viene subito sostituito.
Ma non è l’unica novità. Il nuovo sistema, che per ora riguarda il secco, ma in futuro potrebbe essere esteso agli altri rifiuti, prevede un maggiore controllo. “Abbiamo inserito” spiega Bernardelli “proprio una voce di spesa per la vigilanza. Polizia locale e Gev ci aiuteranno a controllare coloro che, per pagare meno, magari utilizzano poco i nostri bidoni. Per intenderci: se qualcuno butta il secco in un fosso, è più facile accorgersene perché notiamo che il bidone non è quasi mai stato utilizzato. A quel punto scatta il controllo, puntuale, su quella persona”.
Il secco incide per il 14-15% sulla bolletta, dunque spesso per i “furbetti” il gioco non vale la candela. Diverso il caso di chi “sporca” con il secco il sacco della plastica, per alleggerire il famoso bidone. “Capita già adesso. Ma essendo il sacco della plastica trasparente, ce ne accorgiamo subito e i nostri addetti hanno facoltà di non ritirare il sacco in quanto non conforme”.
Due le ipotesi al vaglio: o far pagare una quota fissa bassa e aggiungere a questa il costo di ogni svuotamento. Oppure alzare la quota fissa iniziale e poi scalare, dall’anno successivo, in base agli svuotamenti. Ma la regola è sempre la stessa: meno svuoti meno paghi. Con un distinguo molto particolare, quello per i pannolini, che nel secco fanno molto volume: “Verrà probabilmente fatto uno sconto” chiosa Bernardelli “a chi dimostrerà di utilizzarli”.
Con questa novità la differenziata, oggi di poco superiore al 75%, dovrebbe superare l’80%.
Giovanni Gardani
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