Politica

Casa Zani si insinua
rovente tra Sala Lido e
piano delle opere pubbliche

Se fosse una miss, sarebbe senza dubbio la più ricercata. Sarebbe quella che, nello show-business, più di tutte fa discutere. Casa Zani si conferma il tema del momento, anche in consiglio comunale. Anche in una seduta dove non era nemmeno prevista la sua presenza. Mentre l’assessore ai Lavori Pubblici Tiziano Ronda ha esposto il piano per le opere pubbliche del triennio 2013-2015 e mentre, alla presenza in sala del presidente degli Amici del Po Paolo Antonini, si discuteva dell’opportunità di alienare o meno la Sala Lido, Casa Zani è apparsa, sulle bocche di tutti, ancora una volta come il cardine delle questione. Molla della campagna elettorale per qualcuno, donazione nobile per altri, regalo scomodo per i contrari. Un dibattito acceso che ha confermato la frattura e insinuato dubbi anche nelle minoranze che sin qui ne avevano avuti pochi. Dubbi che, per inciso, non riguardano la bontà del gesto del Maestro, ma il modo in cui la questione è stata gestita. Silla si è spinto oltre: “Di fronte a un gesto di buon cuore, non è indispensabile che tutti i consiglieri abbiano gli atti”. Ma andiamo con ordine.

SALA LIDO E CASA ZANI

Impossibile scindere le due questioni. In ordine cronologico Casa Zani non è arrivata subito. Si è affacciata, casomai, proprio in riferimento alla Sala Lido, dopo il paragone portato avanti da Orlando Ferroni. Ad accendere la miccia il sindaco Claudio Silla che ha parlato di “sparate colossali” da parte proprio di Ferroni sulle cifre che servirebbero per ristrutturare l’immobile. “Possibile che nessuno abbia chiesto al consigliere conto di queste cifre?” si è chiesto il primo cittadino. Se il riferimento è alla stampa, dal canto nostro abbiamo precisato che Ferroni non ha spiegato la cifra paventata di 400/600mila euro, nonostante una precisa richiesta.

Silla, presentando il piano delle alienazioni, ha spiegato che il comune è proprietario di 129 immobili. “O c’è un’idea forte e chiara della destinazione dell’immobile, oppure bisogna fare scelte nette e decise. La Sala Lido, a parte qualche iniziativa benemerita per i giovani di Carlo Gardani e di Paola Daina, da più di vent’anni viene utilizzata poco. Necessiterebbe di 122mila euro per una ristrutturazione, mentre tramite una procedura pubblica potrebbe essere alienata per 168mila euro. Soldi che reinvestiremmo nel fotovoltaico sui tetti delle scuole delle frazioni casalesi”. Silla ha poi ringraziato maggioranza e minoranza per il lavoro scaturito dal dibattito in questi mesi, prima che il dibattito, appunto, tornasse attuale anche nella seduta in corso.

Filippo Bongiovanni ha spiegato che Sala Lido Po per la Lega Nord ha un legame affettivo. “Qui nel 2005 arrivò Matteo Salvini, per il primo incontro pubblico del nostro gruppo. Nel 2009 venne Calderoli, poi ancora Gianni Fava. Le perplessità sulla vendita di Sala Lido sono legate a vincoli di legge illustrati dai sindaci che hanno preceduto Silla, Massimo Araldi e Luciano Toscani, ma la cosa in sè è superabile, mentre sappiamo che Gal e Regione Lombardia hanno finanziato la struttura e, quindi, hanno vincolato parti della stessa. Chiediamo se non si possa pensare a un comodato d’uso, ad esempio, prima di venderla. E, se proprio si vende, è necessario fare un’asta, considerando che una parte è monca (il bagno resterà pubblico fino al 2016 e la parte sottostante avrà inquilini fino al 2021, ndr)? E’ difficile che qualcuno, ad eccezione degli Amici del Po sia interessato a queste condizioni”.

Silla ha rassicurato Bongiovanni sul fatto che qualche acquirente in realtà si sarebbe fatto avanti in forma privata, spiegando che il finanziamento del Gal era sull’illuminazione del primo tratto del percorso golenale, esterno alla Sala Lido e alla sistemazione del bagno al piano terra, che resterebbe di pubblica utilità e rispetterebbe il vincolo.

“Tuttavia” ha suggerito Carlo Gardani “quando nel 2009 avete presentato un progetto al Gal avete scritto che il comune si impegnava a fare diventare Sala Lido una Sala di Musica. Forse era solo un pro forma per accedere ai finanziamenti, ma non vorrei che questo creasse ostacoli per quei soldi che sono stati ottenuti”. Anche qui Silla ha rassicurato, spiegando che verrà resa pubblica la rendicontazione degli investimenti effettuati con i finanziamenti ricevuti.

Poi ecco il turno di Ferroni, che ha mosso le acque. “A noi non interessa l’aspetto legale perché il cavillo di solito nasconde l’aspetto oggettivo. Abbiamo uno stabile in muratura in zona golena, che tutti i comuni vicini ci invidiano e noi lo vendiamo, considerandolo una palla al piede”. Da lì all’analogia con Casa Zani (eccola, la primadonna!) il passo è stato breve. “Non posso fare a meno di fare associazioni. Su Casa Zani non avete presentato alcun progetto dettagliato, su Sala Lido, invece, sapete già tutto perfettamente. Non riusciamo a mantenere una sala da musica, ma vogliamo gestire un castello. Un bravo imprenditore prima investe e poi guadagna, ma qui manca questa mentalità. Sala Lido non costerebbe 122mila euro, ma la metà perché per restaurare esistono bandi di vario genere. Potremo utilizzare la sala come sede del Centro Nautico che sta per nascere, come appoggio per un percorso turistico in golena, come sede per i pescatori che ancora attendono dal comune una risposta sulla possibilità di fare pesca sportivo vicino a Santa Maria”.

Silla ha risposto duramente. “Ormai i nervi sono scoperti” ha ammesso “ma non può argomentare unendo Casa Zani e Sala Lido: nel secondo caso abbiamo un bene già comunale, nel primo invece no, non siamo proprietari e non possiamo dare mandati a ingegneri. Su Casa Zani il suo intervento va oltre la politica, è un problema di educazione”.

Ferroni, su di giri, ha chiesto a Silla di dimettersi, rendendo la pariglia al primo cittadino rispetto all’ultimo scontro, mentre l’assessore ai Servizi Sociali Pierluigi Pasotto ha provato a stemperare gli animi. “La donazione di Casa Zani non è solo all’amministrazione ma a tutti i cittadini, anche quelli che lei, Ferroni, rappresenta. Se alieniamo Sala Lido, chiedo che vengano rese più accessibili sale come la Casa del Mutilato o l’Auditorium, specie per le piccole associazioni”.

L’assessore alla Cultura Ettore Gialdi ha sottolineato che non accettare Casa Zani è un suicidio di chi non ha prospettiva, evidenziando che la cultura deve essere difesa, poi la bagarre si è scatenata, con il presidente Calogero Tascarella coinvolto sugli scarsi fondi, a detta di Ferroni, destinati alla scuola da parte di un’amministrazione che pure dice di difendere la cultura.

Tornando su Casa Zani Carlo Gardani del Listone ha precisato che la questione è stata gestita male. “Andava allegava una relazione dell’ingegner Rossi sull’immobile, oppure quanto meno la carta di indirizzo che il Maestro ha inviato al comune ma che è stata protocollata solo 8 minuti prima dell’inizio del consiglio. La burocrazia deve dare una mano ed essere più solerte, altrimenti nasce il malcontento. Rispetto alla delibera presentata inizialmente, infatti, vi erano due incongruenze: in primis non si parlava della cura del giardino a carico del comune e in secondo luogo non si parlava delle spese necessarie a formalizzare gli atti d’acquisto del 50% da parte del Maestro. Ora però ritroviamo serenità: se ragioniamo per correnti contrapposte, non la risolviamo”.

Filippo Bongiovanni ha appoggiato il pensiero di Gardani, dato che “i documenti devono essere illustrati a tutti. Su Sala Lido avete fatto incontri e approfondimenti, su Casa Zani no. Ma come consiglieri abbiamo diritto ad avere tutte le carte. Forse anche il sindaco, e non solo Ferroni, è in campagna elettorale, vuole passare come il sindaco che ha portato a casa l’immobile per il comune”.

Silla, contrariato, ha invitato ad andare oltre i formalismi. “Devo quindi iniziare a pensare” ha chiosato Silla “che la donazione è saltata non solo per colpa di Ferroni. Per conto mio non era così importante che tutti i consiglieri avessero gli atti”.

Bongiovanni ha ribattuto. “Onestamente abbiamo solo chiesto trasparenza. Facciamo un tavolo con tutti i 21 membri del consiglio convocati e andiamo a parlare, tutti insieme, con il Maestro Zani. Non è formalismo, è trasparenza. In quella lettera poteva esserci scritta qualsiasi cosa”.

PIANO OPERE PUBBLICHE

Rispetto alla discussione appena illustrata, il piano delle opere pubbliche 2013-2015 è quasi passato in sordina. L’assessore ai Lavori Pubblici Tiziano Ronda lo ha illustrato, soffermandosi sulle opere principali previste. “Abbiamo investito 300mila euro per il rispetto delle norme di sicurezza su Santa Chiara e sull’Asilo Nido, mentre abbiamo chiesto il contributo, come noto, al Ministero dello Sport per ricevere 860mila euro per la costruzione di un nuovo palazzetto dello sport da 3 milioni e 200mila euro. Destiniamo 75mila euro derivati dalle contravvenzioni alla sistemazione di via Galluzzi e delle strade bianche, mentre abbiamo installato, ed è operativo dal 27 giugno scorso, il fotovoltaico da 115 kwatt alle scuole elementari”.

“Il pontile del nuovo attracco” ha proseguito Ronda “è già pronto in carpenteria e va solo agganciato all’argine, mentre con i 250mila euro riconosciuti per i danni del terremoto opereremo in due direzioni: 100mila euro serviranno per il restauro e la messa in funzione e in sicurezza del palazzo ex Pretura (la caserma della polizia locale, ndr), mentre 145mila euro serviranno per il comune e per la sua sistemazione dopo il sisma. Poi 108mila euro serviranno per la messa in sicurezza dell’istituto comprensivo Diotti, mentre prevediamo un adeguamento normativo dei requisiti di sicurezza per il centro sportivo Baslenga, dove sarà rifatto l’impianto di illuminazione della palestra. Infine 55mila euro saranno destinati alla manutenzione della Casa al Mare di Forte dei Marmi a seguito del sisma del 2012: la lavanderia, in particolare, necessita di sistemazione”.

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