Casa Zani, proposta
di Araldi: “Associazioni
culturali in soccorso”
Per salvare Casa Zani, o meglio per farla restare a Casalmaggiore, dopo la proposta, paventata dal Maestro Giacomo Zani, di donare l’immobile in stile Liberty a Rivarolo Mantovano, si mobilita anche Massimo Araldi, ex sindaco di Casalmaggiore.
Mentre spunta da Viadana una voce che vorrebbe anche la Fondazione Ponchiroli interessata alla struttura (l’impressione è che si stia davvero creando la fila, come si suol dire) Araldi fa rivelazioni importanti e soprattutto lancia una proposta. In primis, tirata d’orecchie al consiglio: “La questione è stata gestita male, a cominciare dal fatto che il documento con le volontà del Maestro è stato protocollato soltanto pochi minuti prima della seduta: questo passaggio ha fatto in modo che i consiglieri non fossero informati dei fatti, come sarebbe invece stato giusto. Ciò detto, non difendo Ferroni“.
Anche se… “Il pensiero di Ferroni ci può stare come preoccupazione, ma non come obiezione. Vanno distinti i due piani. L’obiezione dipende dalla gestione del consiglio e resta il fatto che il consiglio è stato gestito male. Il fatto più triste però è che si voglia fare passare il Maestro Giacomo Zani come un personaggio ombroso, mentre in realtà sta portando un’infinita pazienza. Aveva presentato a me, per primo, la proposta di donazione. Era il 1999, io ero a fine mandato, dunque è da 14 anni che la questione va avanti e non si riesce a chiudere”.
Lo strappo è così irrecuperabile? “No, ma prima bisogna cospargersi il capo di cenere e andare in processione a chiedere scusa al Maestro” spiega Araldi col solito tono caustico “. Parliamoci chiaro: la storia architettonica di Casalmaggiore fino al 1800 ha sempre vissuto di donazioni, come del resto è tradizione in Lombardia. La casa di riposo Busi, ad esempio, ma anche il Pio Albergo Trivulzio a Milano. Zani ha fatto un gesto che non va più di moda, ma nobilissimo. Doveva essere accettato”.
Araldi sottolinea poi un’altra mancanza. “Sarebbe stato opportuno, a mio avviso, avanzare una relazione da parte di un tecnico: bastava una carta che garantisse che la casa non necessita di particolari ristrutturazioni e che, se proprio, se ne riparla da qui a dieci o venti anni. Questo sarebbe stato sufficiente. E dire che di incontri tecnici, con l’architetto Giacomo Zani (omonimo del Maestro, ndr), con Giacomo Daina e con il geometra Stefano Busi, in passato, ne sono stati fatti tanti”.
Poi la proposta. “Bisogna premettere che, in una donazione, l’unico ente che può accettare deve essere il comune. Tuttavia, una volta formalizzato l’atto, una volta accettata questa benedetta Casa Zani, chiedendo scusa al Maestro, perché non pensare di unire le forze tra le associazioni culturali di Casalmaggiore per creare un sovra-organismo che possa gestire l’immobile? Penso alla Fondazione Santa Chiara e agli Amici del Casalmaggiore International Festival che, in tal senso, già collaborano. Ma penso anche alla Società Musicale Estudiantina e a tutti i musei che Casalmaggiore vanta. Unire le forze in nome della cultura significa creare una potenza che possa gestire e prendere in consegna Casa Zani, sgravando così il comune di costi aggiuntivi, dell’onere della gestione e mettendo a tacere ogni obiezione. Questa, a mio avviso, è una strada valida per recuperare il terreno perduto, ma è una proposta che va discussa assieme al Maestro: se ben lo conosco, sono convinto che sarebbe contento di questa idea. Ma, ripeto, va coinvolto in primis lui”.
Giovanni Gardani
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