Telecamere, fondazione
Genovesi e Pgt:
il consiglio rinnova
Verrà ricordato più per la tecnologia che per i contenuti il consiglio comunale di venerdì sera, iniziato alle ore 21. Per la prima volta, infatti – evento storico – le telecamere entrano in sala consiliare: Casalmaggiore per la libertà ha infatti filmato in streaming sul proprio sito l’intera seduta, che riproporrà nei giorni a venire on demand. Il cavallo di battaglia “grillino” passa dunque di mano, anche se non va dimenticato che il Movimento 5 Stelle attende ancora una risposta da parte del palazzo municipale.
Detto del primo punto e con la presentazione del bilancio che sarà discussa il 28 giugno, il dibattito si è acceso in particolare sul punto riguardante il cambiamento di un punto dello statuto della Fondazione Genovesi onlus di Vicobellignano: non a caso ad animare il dialogo sono stati in particolare i due consiglieri residenti in frazione, Franco Feroldi per la maggioranza ed Ermelinda Casali per la minoranza del Listone. “Il cda della onlus” ha spiegato Feroldi, che fa parte dello stesso cda “ha chiesto al comune di vagliare la proposta di un allargamento dei confini per quanto riguarda l’elargizione del fondo di beneficenza messo a disposizione della stessa associazione”.
Si parla di 10mila euro, che lo statuto originario, del 1880, destina solamente ai poveri di Vicobellignano. “E ai bambini malati” ha corretto Casali, che si è detta contraria all’idea proposta dal cda. Di fatto l’intenzione è quella di mettere a disposizione questa cifra “in forma prioritaria” ha specificato Feroldi “per la frazione di Vicobellignano e i suoi poveri, e poi, in subordine, per Casalmaggiore e le altre frazioni. Di fatto salvaguardiamo l’idea di Genovesi applicandola però ai tempi moderni”.
Casali ha sostenuto che le nuove povertà ci sono ancora e che la volontà di Genovesi, allargando questi orizzonti spaziali, verrebbe stravolta. “Anche io” ha concesso Claudio Silla, sindaco di Casalmaggiore “ho avuto perplessità in merito, ma il confronto con il cda della onlus mi ha tranquillizzato: ho però suggerito che il cda della Genovesi si confronti con la dottoressa Zaffanella e con i nostri Servizi Sociali per un dialogo che possa portare ad una soluzione condivisa e ad allargare le situazioni di bisogno da intercettare”.
Luisa Gorini, segretaria del comune, ha specificato che l’unica apertura concessa al di fuori di Vicobellignano è che l’eventuale donazione sarà fatta “a fini di pubblica utilità”, ma le minoranze si sono opposte all’idea. Orlando Ferroni di Casalmaggiore per la libertà ha precisato che togliendo l’anima allo statuto “è come buttare la goccia in un mare e non più in una provetta, facendo perdere lo spirito alla Fondazione”, mentre Matteo Rossi del Listone ha sostenuto che già all’articolo 17 si parlava della possibilità di distribuire il contributo ad altre onlus meritevoli, il che rendeva inutile la modifica.
Feroldi ha però spostato il tiro sulla scuola di Vicobellignano: “Parte dei 10mila euro vanno ad alcune famiglie dei bimbi della scuola materna, che però spesso sono residenti fuori dalla frazione. Di fatto l’allargamento già esiste”. Più integralista la posizione di Filippo Bongiovanni della Lega. “Se il fondo è destinato a Vicobellignano, resti a Vicobellignano: altrimenti se poi i poveri, che ora sarebbero pochi, aumentano in frazione che si fa?”.
Pierluigi Pasotto, assessore ai Servizi Sociali, e Matteo Rossi hanno convenuto sulla necessità di un dialogo tra le parti (ossia tra l’onlus e i Servizi Sociali), ma Rossi ha ribattuto che tale dialogo era già possibile anche senza cambiare statuto. Secondo i consiglieri di maggioranza Enrico Valenti e Claudio Romanetti la presenza di un cda composto interamente da residenti di Vicobellignano è la garanzia migliore sul fatto che i fondi saranno utilizzati principalmente per la frazione. La proposta è passata con i voti favorevoli della maggioranza e i contrari delle minoranze.
Il punto successo riguardava l’autentica interpretazione di una norma del Pgt. “Abbiamo preso il vecchio Piano delle Regole e l’abbiamo posto nel nuovo Piano di Governo del Territorio” ha esordito Silla “. Siamo qui per specificare l’articolo 12 comma 5: si immagina che con l’appesantimento del carico urbanistico debbano essere garantite determinate regole. In particolare le strutture come pubblici esercizi, telefonia fissa e sale da gioco dovranno garantire per ogni metro quadrato di superficie utile un metro quadrato di parcheggio. Le medie strutture (da 250 a 2500 mq, ndr) dovranno invece garantire un rapporto di 1 a 1.2, mentre le grandi strutture (sopra i 2500 mq, ndr) devono garantire un rapporto di 1 a 1.5. Tutto questo avverrà dopo il 31 luglio, data in cui l’ufficio Urbanistica del comune scatterà una fotografia della situazione attuale”.
Ferroni e Bongiovanni hanno protestato sul fatto che alla capigruppo convocata appositamente queste regole non fossero state chiarite del tutto. “Io avrei detto sì per le sale giochi, ad esempio” ha spiegato Ferroni “per limitarne il fenomeno, ma per le grandi aziende avrei invece cercato di proporre un rapporto agevolato, per attirarle e non farle scappare”. Su proposta di Rossi, dato che le minoranze non erano state rese sufficientemente edotte sull’argomento, il punto è stato ritirato e sarà votato al prossimo consiglio comunale.
Giovanni Gardani
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