Sintostamp Gussola
storica promozione:
finalmente in serie D

Nella fotogallery, la festa della Sintostamp a Pontevico
Storica promozione della Sintostamp Gussola, che ha conquistato martedì sera, a Pontevico, la serie D di basket.
Un centinaio di gussolesi hanno gremito il palazzetto bresciano per sostenere la Tazio Magni in gara-2 della serie di finale: una partita vinta 65 a 42 dai ragazzi di Mauro “Obaz” Podestà, che hanno bissato il successo di gara-1 e portato a Gussola la serie D.
Un risultato che corona una stagione trionfale, fatta di 33 successi ed una sola sconfitta, arrivata in regular season, proprio a Pontevico, dopo 19 vittorie consecutive.
Partita coi favori della critica, la Sintostamp ha iniziato il campionato forte di un organico di prim’ordine che non ha tradito le attese. E a differenza delle passate stagioni, al momento decisivo la Tazio Magni ha risposto presente: dopo la finale persa a Piadena contro Castiglione d’Adda (2010) e le semifinali amare con Viadana (2011) e Sustinente (2012), contro la Walcor Pontevico la Sintostamp ha ribadito le gerarchie del campionato.
Di fatto, in gara-2 il confronto è stato combattuto per un solo quarto, il primo. Poi, l’ascesa dei gussolesi è stata inarrestabile e gli ultimi minuti sono stati vissuti in trepidante attesa della festa: con oltre venti punti di distacco, la Tazio Magni ha sbancato Pontevico e s’è presa la serie D.
Fra i tanti presenti al palazzetto bresciano, oltre alla presidente Daniela Panizzi e al presidente onorario Ennio Nicoli, c’era anche Ottorino Ghidetti, padre dell’indimenticato Davide. A lui è stata regalata una delle due retine tagliate a fine gara. Una sorta di scalpo, il simbolo di una promozione che ha mandato in delirio una società ed una tifoseria calorosa che anche martedì sera a Pontevico non ha fatto mancare il proprio sostengo dopo il sold out di settimana scorsa al PalaGhidetti di Gussola, in occasione di gara-1.
La serie D è il miglior regalo che la Tazio Magni potesse farsi in occasione del 45esimo compleanno della società.
Simone Arrighi
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