Viadana, Lista Civica
Portanuova critica con
l’assessore Tipaldi
Nella foto, Simonetta Gialdi
“Ci sono voluti 2 anni, mozioni e qualche interpellanza per far si che l’Assessore alle Povertà Tipaldi prendesse contatto con le associazioni di volontariato ed iniziare a dialogare”: questo l’incipit dell’ultima critica formulata dalla Lista Civica Portanuova nei confronti dell’amministrazione comunale viadanese. Un attacco riguardante il tema della povertà, sul quale, secondo il gruppo consigliare che fa capo a Simonetta Gialdi, non sarebbe ancora stato fatto “nulla di concreto”, “visto che al tavolo l’Assessore si è presentato senza proposte, senza idea sui fondi a bilancio per la crisi pur ammettendo gli ulteriori tagli e senza conoscere la realtà delle famiglie assistite dalle associazioni”.
“L’Associazione Arces – prosegue il comunicato -, la prima ad avere l’accredito al Banco Alimentare e che assiste quasi 200 famiglie, è ancora priva di convenzione col Comune, non percepisce contributi dal Comune e gli viene chiesto un affitto per la sede nonostante una recente delibera imponga un pari sostegno e aiuto a tutte le associazioni. Nemmeno la disponibilità di un mezzo per il trasporto dei pacchi alimentari è stato assicurato dall’Assessore visto il suo annuncio di una raccolta fondi delle associazioni allo scopo. L’unica proposta che oggi conosciamo è l’idea di un dormitorio transitorio per le famiglie sfrattate che, in pratica, significherebbe entrare alla sera in una struttura per dormire per poi uscirne il mattino dopo senza sapere dove andranno, genitori e figli, sino alla sera dopo”.
Una proposta, secondo la Lista Civica Portanuova, “che evidenzia il vuoto di idee di un’amministrazione che ha sempre più dimestichezza (e fondi) sul fronte urbanistico e molto meno per le famiglie in difficoltà, tanto che l’Assessore è stato costretto a chiedere per iscritto contributi a consiglieri e dipendenti comunali per aiutare una singola persona. Ci sarebbero convenzioni da fare con i proprietari di immobili sfitti, accordi da sottoscrivere con gli alimentaristi per il ritiro dei cibi in rimanenza, iniziative per una raccolta centralizzata di indumenti, aree inutilizzate da destinare provvisoriamente alle associazioni per realizzare altri orti sociali; e poi servizi appaltati che potrebbero rientrare in una gestione territoriale dando lavoro ai residenti ed i lavori socialmente utili che l’Assessore non ha voluto inserire nel regolamento sulla povertà adducendo ad impossibilità tecnico-legislative salvo poi smentirsi qualche settimana dopo. Ci sarebbe molto da fare se ci fosse solo un’Amministrazione più attenta e più sensibile, aperta al dialogo e con idee da confrontare: ma questo speriamo venga compreso e divenga presto una realtà”.
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