Cultura

Ospedale Oglio Po:
ai raggi x due
“pazienti” particolari

Il Laboratorio di Diagnostica applicata ai Beni Culturali di Cr.Forma sta conducendo due nuove campagne di ricerca, rispettivamente su una statua lignea policroma del XVII e su un Antifonario quattrocentesco. Il tutto avviene nel reparto radiologia dell’ospedale Oglio Po.

La scultura a grandezza naturale, raffigurante un angelo, è stata eseguita da Paolo Amatore tra il 1611 e il 1612 e fa parte di un compianto composto da dieci statue di proprietà del Comune di Bienno. Attualmente quattro di queste sono oggetto di un delicato intervento condotto dalla Scuola di Restauro di Cr.Forma – Corso di Tecnico del Restauro di dipinti su tela, tavola e policromie lignee – con la supervisione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Mantova, Brescia e Cremona nella persona del Dott. Stefano L’Occaso.

Lo splendido Antiphonarium del sec. XV, proveniente dal Convento degli Eremitani di S. Agostino e di proprietà del Capitolo della Cattedrale, è scritto in miniatura gotica a due inchiostri, nero e rosso, con caratteri ampi, spaziosi e regolari. Si tratta di un volume in pergamena con coperte di legno ricoperte in cuoio ed inserti metallici, di dimensioni pari a ben 70 x 46 cm e del peso di svariati chilogrammi. Lo stato di conservazione è stato studiato e caratterizzato nell’ambito del corso di Tecnico del Restauro di Beni librari, documentari ed opere su carta. A breve verrà sottoposto ad intervento di restauro.

Il problema da sviscerare era comprendere la struttura delle due opere per valutare le idonee condizioni di conservazione per la statua e progettare in sicurezza l’intervento di restauro per il volume. Per questo l’equipe di specialisti del Laboratorio di Diagnostica Applicata ha predisposto il trasferimento dei due preziosi manufatti presso il reparto di radiologia del Presidio Ospedaliero Oglio Po di Casalmaggiore, che ha generosamente messo a disposizione il personale tecnico, le specifiche competenze e le strumentazioni necessarie per lo svolgimento delle indagini diagnostiche sui “singolari” pazienti.

Accompagnati dai professori Curzio Merlo, Mario A. Lazzari e Francesca Campana, coadiuvati dall’irrinunciabile Marco Nicolini (e seguiti con trepidazione da Mons. Achille Bonazzi, responsabile per i beni culturali della Diocesi di Cremona, nonché specialista di diagnostica), i due “malati” hanno varcato la soglia della radiologia, dove la preziosa collaborazione offerta dalla struttura e dall’equipe della Dott.ssa Cinzia Marenzi ha permesso letteralmente di vederne l’interno millimetro per millimetro.

Il primo ad essere sottoposto alla TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) è stato l’Angelo, il cui posizionamento sul lettino mobile dello strumento ha richiesto una serie di complesse e delicate manovre, onde non danneggiare l’opera d’arte e permetterle di entrare nel varco apposito: non appena la TAC ha cominciato a trasmettere i primi dati, sono apparsi sui monitor le fibre del legno, i cerchi di crescita del tronco da cui è stata ricavata la scultura, i masselli che compongono la figura ed i chiodi nascosti al suo interno.

L’antifonario è risultato un paziente meno difficile nel posizionamento, ma molto più complesso nella struttura: man mano che gli strati passavano sugli schermi, appariva il groviglio di fili che tengono insieme le pagine, le tavole di legno che compongono le coperte mostravano i fori dei tarli e gli alloggiamenti delle borchie metalliche, le pagine dichiaravano la presenza di metalli pesanti negli inchiostri e nei colori usati dagli artisti e dagli amanuensi.

Ora il gruppo di studio del Laboratorio di Diagnostica Applicata, con il supporto degli specialisti della Radiologia dell’Oglio Po, elaborerà le numerose informazioni acquisite con la TAC, a dimostrazione che la sinergia tra istituzioni porta a risultati di eccellenza che nulla hanno da invidiare a quelli prodotti e pubblicati dalle più importanti istituzioni internazionali.

“Con l’imminente trasferimento a Palazzo Fodri nel nostro laboratorio di diagnostica dei beni culturali – ci spiega la Direttrice Paola Brugnoli – avremo modo di valorizzare ulteriormente quello che noi consideriamo un fiore all’occhiello per la nostra città, un laboratorio con strumentazioni all’avanguardia animato da giovani talentuosi e professori esperti che potranno contribuire con passione a investire nella conservazione dei beni culturali che è un settore in cui può realizzarsi un rilancio dell’occupazione soprattutto giovanile”.

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