Concass, per i comuni
si va verso il risparmio
di 1€ per abitante
Nella foto, la sede del Concass a Casalmaggiore
Un euro per ogni abitante: è quanto le ventuno amministrazioni comunali facenti parte del circuito del Concass potranno risparmiare nel 2013 sulla quota procapite versata al consorzio.
Dopo un 2012 “in cui abbiamo galleggiato”, parola della direttrice Katja Avanzini, il Concass si affaccia ad un 2013 meno in balie delle intemperie economiche. Fra gli ultimi atti del governo Monti infatti vi sono due ripristini particolarmente cari ai bilanci del Consorzio Casalasco dei Servizi Sociali: quelli del fondo nazionale per le politiche sociali e del fondo di non autosufficienza. Due provvedimenti che permetteranno ai consorzi dei servizi sociali di ottenere maggiori trasferimenti: una bella boccata d’ossigeno insomma.
“Il fatto di poter contare su più risorse rispetto al 2012 ci consente di chiedere uno sforzo minore ai comuni consociati”: precisa Katja Avanzini.
Un risparmio per le casse dei comuni consociati quantificabile in un euro per ogni cittadino.
“Dovremmo passare dalla quota procapite di 7,56 euro a cittadino a quella di 6,57 euro”: spiega il primo cittadino di Scandolara Ravara Gianmario Magni, presente con altri dieci sindaci all’assemblea del Concass che ha preso visione del conto consuntivo 2012 abbozzando un primo bilancio di previsione del 2013. “L’orientamento è di tornare alla quota procapite del 2011, dopo l’innalzamento dell’anno scorso reso necessario dal calo dei trasferimenti verso il consorzio”: precisa Magni. Alla riunione hanno partecipato undici sindaci (sui 21 comuni consociati), i vertici del Concass e quelli dell’Asl.
“Si tratta ancora di una previsione, ottimistica ma pur sempre una previsione. Se le risorse a disposizione verranno confermate ed erogate, ci sarà la possibilità di immaginare anche nuove progettualità legate al Concass”: così Avanzini. “Va detto che i consorzi dei Servizi Sociali, proprio per una normativa approvata dal governo Monti, risultano essere enti pubblici a tutti gli effetti ma non soggetti ai blocchi determinati, ad esempio, dal patto di stabilità. Ecco perché il Concass può essere considerato una risorsa per i comuni”.
Simone Arrighi
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