Spunta un’arma
e così il processo deve
passare in tribunale
Un colpo di scena finale ha fatto sospendere un’udienza in corso questa mattina presso il Giudice di Pace di Casalmaggiore. Si stava discutendo di un episodio avvenuto nel luglio 2006 a Martignana scaturito nel diverbio tra due confinanti.
Il problema era sorto perchè con il getto dell’acqua un agricoltore avrebbe bagnato il cortile del vicino. Questi, infuriato, avrebbe cominciato ad inveire e ad insultare l’uomo, proferendo insulti e ingiurie e prendendosela con il figlio presente alla discussione. E’ stata proprio la testimonianza di quest’ultimo a far cambiare di colpo l’impostazione del processo, costringendo il Giudice Beatrice Ghillani a dichiarare la sua non competenza a procedere essendo mutato il capo d’imputazione.
Il figlio nel ricordare i fatti ha spiegato: “Col cellulare avevo avvertito mio padre di accorciare il getto dell’acqua e in quel momento due o tre gocce d’acqua, causa folata di vento, sono cadute nel piazzale del vicino. Questi è uscito come una furia urlando che mio padre era un bastardo e l’ha minacciato, mentre usciva dal granoturco impugnando un bastone, urlando “ti stendo” a squarciagola”: la rivelazione del figlio riguardante la presenza di un’arma impropria ha sorpreso sia Il Pm che il Giudice che alla fine ha ammesso la sua non competenza a proseguire il processo inviando gli atti al tribunale di Cremona che dovrà così decidere in merito. Se da una parte la posizione dell’imputato (non presente in aula) si aggrava, dall’altra lo stesso ne può trarre beneficio perché con i tempi della giustizia del nostro Paese il processo rischia di finire in prescrizione, dato che i termini scadono l’anno prossimo.
Anche un altro dibattimento che vedeva al centro dell’attenzione le minacce di madre e figlio slavi nei confronti di un inquilino residente nel condominio Aler di Gussola ha rischiato la medesima fine. La mamma, ultraottantenne della parte lesa, ha infatti detto di aver visto un coltello in pugno ad uno dei due imputati (madre e figlio, entrambi assenti). Poi, confrontando la dichiarazione rilasciata a suo tempo ai Carabinieri, l’anziana si è corretta dicendo di essersi immaginata l’arma dopo aver sentito le minacce di morte che erano state rivolte al figlio durante la violenta discussione. Alla fine il Giudice ha condannato in contumacia entrambi gli imputati rispettivamente a una sanzione di 800 e 500 euro.
Più pesante dal punto di vista economico le conseguenze per un litigio, anche questa volta a livello condominiale, tra due donne attempate accaduto sempre nel 2006 questa volta a Piadena. L’imputata C.C. è stata condannata a 600 euro di multa, 1000 euro per danni morali, ai quali aggiungere la refusione delle spese quantificate in 750 euro più spese processuali. E’ stata assolta invece dall’accusa di aver offeso e picchiato il marito della vicina in un episodio successivo.
Rosario Pisani
© RIPRODUZIONE RISERVATA