Cronaca

Tentato furto alla casa
di riposo Busi: ladri
a bocca asciutta

Nella foto, la finestra da dove sono entrati i malviventi e la vecchia cassaforte degli uffici amministrativi

Sono entrati nella notte tra domenica e lunedì nella speranza di portare via chissà quale bottino. Ma presso gli uffici amministrativi della casa di riposo di Casalmaggiore intitolata al Conte Carlo Busi, di contante non ne gira.

Questo, in soldoni, hanno spiegato il presidente della fondazione Paolo Bini e il direttore amministrativo Luciano Taracchini: si tratta comunque di un tentato furto, a suo modo, storico. Da una decina d’anni nessuno provava a fare il colpo presso la struttura cittadina che si trova vicino al Duomo di Casalmaggiore. Difficile dire in quanti ci abbiano effettivamente provato quella notte: le telecamere di videosorveglianza, presenti su tutti i passi carrai della struttura, hanno infatti registrato e rivelato le sagome di almeno due uomini, ma non si può escludere una partecipazione più numerosa al tentato colpo.

Si conosce invece la dinamica, praticamente confermata dai carabinieri, mentre le immagini riprese sono al vaglio degli inquirenti: i malintenzionati si sono arrampicati dalla canalina di scolo che si affaccia a via Guerrazzi, entrando dunque sul lato che dà sugli uffici amministrativi della casa di riposo. Da qui hanno trovato una piccola finestrella e l’hanno scardinata, riuscendo ad entrare nonostante l’angusto spazio. Per prima cosa i ladri hanno trovato una bacheca con le chiavi, che però portavano ad un vicolo cieco, o meglio alle stanze degli ospiti della struttura e agli uffici amministrativi.

Questi ultimi potevano essere un bersaglio “goloso” ma, una volta dentro, i malintenzionati hanno trovato solo una vecchia cassaforte: non male, penserà qualcuno. Peccato che la cassaforte non contenesse soldi o valori. E’ stato invece forzato un armadietto che conteneva documenti e contratti, ma non contanti. “Questo perché” ha spiegato Bini “qui ormai non teniamo più liquidità: da anni i pagamenti sono effettuati e ricevuti in via telematica. Diciamo che qualcuno ci ha provato ma gli è andata male ed è rimasto a bocca asciutta”.

Simone Arrighi

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