Caso pitbull, ecco
la versione della
ragazza aggredita
Una nuova versione, stavolta quella della vittima: in un primo momento indecisa se replicare o meno, dopo non avere nemmeno fatto cominciare, per scelta, la trafila legale, S. C. di Casalbellotto smentisce la ricostruzione dei fatti che vorrebbe il pitbull aggredito e non aggressore.
“La verità è che la vittima sono io, non il cane, e i referti medici possono testimoniarlo. Uno dei miei due cani, la femmina, si è salvata perché aveva un collare con le borchie, che il pitbull ha addentato, distruggendolo peraltro. Comunque sia, non voglio accusare nessuno, anche perché con il padrone del cane ci siamo chiariti: lui tratta veramente bene il suo animale e credo si sia trattato di un momento di follia momentanea. Ci tengo però a rivalutare il ruolo dell’uomo che ha cercato di calmare il pitbull a bastonate e di mio fratello. Queste due persone mi hanno salvato la vita”.
S. insomma specifica chiaramente l’azione del signore con il bastone. “L’ha visto mezzo paese: io ero caduta davanti al pitbull e ho rischiato di essere morsa anche sotto il collo. Con quella bastonata, il cane è stato scacciato. Poi, è vero, il bastone ha colpito anche la ragazza che stava tirando via e proteggendo il pitbull, ma è stato un colpo di rimbalzo, non certo voluto. Anche mio fratello ha avuto coraggio, tirando per i piedi il pitbull e sollevandolo per allontanarlo. Quando si ha a che fare con cani infuriati che si azzuffano ci vuole anche coraggio”.
Infine il “referto medico” di S. “Ho tre dentate e mi ha bucato anche un’unghia: quel cane non voleva sbranarmi, ma voleva sicuramente mordermi. Non ho solo un graffio o un taglietto, come è stato detto da qualcuno: sono sotto antibiotici e dovrò farmi visitare per vedere come guariscono le ferite. E sono riuscita a difendermi, dopo essere caduto, chiudendomi dietro il cancello della casa di una signora 80enne. Ho avuto paura, e per certi versi ce l’ho ancora. La questione, per me, si chiude qui, ma era necessario raccontare la verità, la versione corretta dei fatti. Non ci sto che chi ha aggredito passi per vittima”.
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