Politica

Viadana, Guarino a
Penazzi: “Non si è
mai profeti in patria”

Nella foto, Giorgio Penazzi e Giuseppe Guarino

La replica del sindaco di Viadana Giorgio Penazzi alle parole di Giovanni Frijio ha scatenato la reazione di Giuseppe Guarino, presidente di Arces e Cavaliere al Merito della Repubblica. Un passaggio su tutti provoca l’entrata nel dibattito di Guarino: quello riferito alla provenienza dell’esponente di Sel.

“Da viadanese con origini meridionali – spiega Guarino – ritengo pesanti e dure le ultime esternazioni del Sindaco di Viadana dott. Giorgio Penazzi contenute nella sua risposta al concittadino Giovanni Frijio ritenuto uno “….che proviene da territori dove la democrazia ha trovato difficile interpretazione, soffre di tali ataviche influenze” solamente per aver avanzato un serio invito a riflettere con l’auspicio a tenere alta la guardia contro l’illegalita’, (sentimento che dovrebbe accumunare, poiche’ conquista e patrimonio di tutti) all’attuale Amministrazione rifacendosi a fatti, notizie e commenti interni ed esterni alla sua maggioranza, che in questi giorni hanno saturato la stampa locale. Dispiace constatare la presa di posizione contraria, in uno scontro non in sedi politiche istituzionali ma con metodi mediatici, sia stata personalizzata immediatamente in una ribattuta con toni alquanto offensivi”.

“Eppure il Sindaco – prosegue Guarino – conosce la Calabria, da cui provengo assieme a Giovanni e a tanti conterranei. Terra dove l’illegalità è direttamente proporzionale al vuoto lasciato dallo Stato e alla carenza di opportunità di lavoro ed è ricca di persone, di associazioni e di primi cittadini che lottano tutti i giorni per la legalità, in prima fila a rischio della propria vita nonostante le intimidazioni e gli attentati a cui vengono sottoposti”.

“Le “ataviche influenze” citate dal Sindaco, purtroppo, sono ormai consuetudine a livello nazionale in tutto il Paese e le infiltrazioni mafiose e di collusioni nel nord Italia, particolarmente nel territorio della ricca  Lombardia,  sono all’ordine del giorno, ne e’ dimostrazione la cronaca  attuale, favorite dal silenzio compiacente di imprenditori privati e amministratori pubblici nati e cresciuti dove la democrazia è sempre stata ben interpretata”.

“La mia solidarietà e sostegno a Giovanni Frijo e a quanti vengono “zittiti” definiti inadatti a dare lezioni di democrazia e di legalita’, nell’ espressione della liberta’ di pensiero e di orientamento politico, pur avendo il cuore per la loro terra d’origine, contribuiscono lavorando in modo onesto e rispettoso al benessere di questa comunità e impiegano il loro tempo e le loro risorse economiche per aiutare tantissime famiglie in difficoltà economica senza guardare da dove provengono e per chi votano”.

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