Viadana, Zanazzi critica
una parte del Pd
e chiede chiarezza
“Tutta la conflittualità messa in campo all’interno del partito con conseguenti ripercussioni sull’amministrazione, vedi sfiducia a Sartori e a Perteghella, nasce dalla volontà di punire chi ha voluto in questi mesi smarcarsi da un ruolo subalterno a chi per anni ha gestito il potere nel partito e nelle amministrazioni passate”: questa l’analisi di Paolo Zanazzi sul delicato momento di transizione che sta vivendo il Partito Democratico viadanese.
Il capogruppo consigliare del Pd torna sulla questione e sulle dichiarazioni post-assemblea del 4 marzo, che “meritano risposte precise e corrette”. “E’ giunto il momento di dire la verità”: spiega Zanazzi, in un comunicato che pubblichiamo di seguito.
Il gruppo consiliare del Pd ha sempre contribuito in maniera corretta e leale al sostegno dell’amministrazione, ha sempre tenuto con il sindaco un atteggiamento costruttivo invitando lo stesso a fare altrettanto.
Abbiamo invece sempre riscontrato una chiusura, una non considerazione, un’indifferenza per non dire insofferenza verso il ruolo istituzionale dei consiglieri del Pd. Altro che personalismi come dichiarato in assemblea. Sono stato accusato di voler fare oltre che il capogruppo il segretario? Niente di più falso! Ho sempre convocato riunioni del gruppo Pd alla presenza di Nizzoli e lo stesso ha sempre espresso le sue opinioni che in diverse occasioni coincidevano sulle posizioni espresse dalla maggioranza del gruppo consiliare e quindi sostenute dal nostro gruppo con il sindaco.
Per quanto concerne i rapporti con gli altri gruppi consiliari di maggioranza (Udc e Lista Penazzi), mi chiedo se non sia corretto che il capogruppo del Pd (forza maggioritaria in consiglio comunale) possa e debba condividere con loro determinate questioni politico-amministrative.
Il problema è un altro: gli iscritti, gli elettori e i cittadini devono sapere che per una parte di partito non è gradita l’autonomia di pensiero, di azione e di decisione democratica del gruppo consiliare del Pd.
Perché questo? Che cosa si vuole impedire ai consiglieri comunali del Pd? Perché su diverse e precise questioni amministrative espresse dal nostro gruppo il sindaco ha preferito recepire indicazioni da chi nel nostro Gruppo è minoranza? Perché il sindaco anziché confrontarsi con i propri gruppi di maggioranza presenti in consiglio in più occasioni ha ribadito (anche per iscritto) che i suoi “referenti” politici sono coloro che hanno sottoscritto l’accordo politico per la sua candidatura e nessun altro?
Perché in questi mesi abbiamo dovuto solo partecipare a riunioni di maggioranza durante le quali si sono solo ratificate decisioni prese dalla giunta (ed in alcuni casi anche senza un confronto all’interno della stessa) senza un reale coinvolgimento dei gruppi di maggioranza?
Nessuno soffre di complessi di inferiorità, né il gruppo Pd e credo nemmeno l’Udc o la Lista Penazzi, ma la verità dei fatti è questa come testimoniato da numerosi interventi sulla stampa in merito a questa situazione di mancato coinvolgimento. Mi assumo la piena responsabilità di quanto affermo, ma chiedo apertamente di sapere, di conoscere e di capire, anche alla luce delle prossime delicate decisioni amministrative come la revisione del Pgt, il perché di questo tentativo di “zittire” i consiglieri comunali del Partito Democratico.
Un interrogativo che in questi giorni si pongono anche tanti cittadini viadanesi e tanti elettori del nostro partito.
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