Dibattito, terzo punto:
ridurre i costi
della politica
Terza questione del dibattito dello Zenith, i costi della politica. Come ridurli?
Pierluigi Pasotto: Al punto 10 del nostro programma presentiamo la ricetta di Ingroia e Rivoluzione Civile: puntiamo sull’incandidabilità di alcuni politici e su un limite, che deve essere stabilito per legge, di due mandati per i parlamentari. Inoltre basta leggi ad personam, che hanno fatto perdere tempo, e soldi, ben più delle toghe che molti si azzardano a definire rosse.
Filippo Bongiovanni: La Lega è per abolire il finanziamento pubblico ai partiti e con la devolution avevamo proposto il Senato Federale, che avrebbe consentito parecchio risparmio. Ma le sinistre hanno chiesto un referendum e tutto è saltato: hanno fatto bocciare ciò che ora sostengono, con incoerenza. Da assessore provinciale dico che le Province si possono anche eliminare, ma con una riforma costituzionale. Siamo infine per dimezzare il numero di parlamentari e per ridurre il loro vitalizio.
Massimo Mazzoli: Va tagliato il 30% dei parlamentari e vanno accorpate le Regioni, mentre vanno abolite le Province. Nei comuni siamo per favorire i servizi accorpati e per sfavorire le società non quotate e non strategiche. La chiave di tutto, comunque, è separare la politica dall’amministrativo.
Giuseppina Mussetola: Maroni appoggia un elenco di rimborsi standard, per evitare gli sprechi ridicoli degli ultimi anni, e questo vale per assessori e consiglieri. Le auto blu devono essere limitate per il solo utilizzo in servizio, mentre deve essere imposto il limite di due mandati per parlamentari e amministratori regionali.
Michela Scaramuzza: I costi della politica non sono i vitalizi dei parlamenti, che pesano per un 12% al massimo. E il restante 78% dove lo andiamo a prendere? Vanno abolite le Regioni e vanno accorpate le Province e pure i comuni. Ci sono paesi minuscoli, per i quali parlare di amministrazione comunale non ha senso. Dobbiamo partire da noi, dal piccolo, perché dall’alto non taglierà mai nessuno. Basta fare populismo: c’è un costo quasi mostruoso degli uscieri di Montecitorio, che gravano come e forse più dei parlamentari.
Paola Bandini: Non sono una politica di professione e non mi interessa intascare denaro. Credo che, prima di ragionare su dove tagliare, il nucleo generale della faccenda sia instillare un senso di responsabilità nei nostri politici. Questa è la chiave di volta per tutto il resto. Onestà, non corruzione e voglia di mettersi in gioco non per denaro, ma per il bene comune, come ho fatto io.
Giacinto Boldrini: Credetemi, da senatore ho trovato un muro su questa questione. In conferenza stampa, quando venni eletto senatore, promisi che avrei fatto di tutto per abbattere i costi della politica. Non ci sono riuscito, perché, pur proponendo sette volte la mia battaglia, non sono stato ascoltato: due soli voti a favore della mia proposta in Senato. Non c’è destra o centro o sinistra che tenga. Avevo proposto il limite massimo di due mandati e l’obbligo per un politico di avere un solo incarico. A Roma c’è chi ne possiede 24. E per ognuno può arrivare a prendere 300mila euro. E’ uno scandalo, che però sarà difficilissimo cambiare, l’ho provato sulla mia pelle.
G. G.
Leggi anche:
© RIPRODUZIONE RISERVATA