La difesa dell’Oglio-Po
non può avere
steccati politici
Dalla Sanità lombarda al comprensorio, l’incontro organizzato dalle associazioni Amici dell’Ospedale Oglio-Po, Democratici nel mondo, Acli e Amici del dialogo, tenutosi ieri sera in auditorium Santa Croce a Casalmaggiore ha registrato la partecipazione dell’ex chirurgo Claudio Toscani, il vicesindaco di Casalmaggiore (nonché primario del servizio di anestesia, rianimazione e terapia antalgica del presidio di Vicomoscano) Luigi Borghesi, dell’assessore all’Ambiente del comune di Viadana Adriano Saccani, del segretario generale funzione pubblica Cgil Monica Vangi e di molti esponenti politici locali tra il pubblico.
L’introduzione è spettata a Calogero Tascarella, presidente del consiglio comunale di Casalmaggiore che ha ricordato gli impegni pubblici assunti dal direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Cremona, dottoressa Simona Mariani, e la doccia gelata della delibera giuntale licenziata dal Pirellone poche settimane fa che, salvo modifiche, ridimensionerebbe il presidio di Vicomoscano.
La parola è quindi passata a Claudio Toscani, presidente dell’associazione Amici dell’Ospedale Oglio-Po che ha sottolineato lo sforzo compiuto dall’assocazionismo e dai cittadini del comprensorio per fornire al nosocomio casalese attrezzature come la risonanza magnetica e, da ultimo, la termoculla acquistata da Avis e famiglia Stradiotti e messa a disposizione del reparto di Pediatria. Donazioni che ammontano ad un totale di circa un milione di euro: ha quantificato Toscani, che ha poi ribadito come l’associazione Amici dell’Ospedale Oglio-Po continuerà a vigilare sulla situazione del nosocomio di Vicomoscano anche dopo la campagna elettorale.
L’assessore all’Ambiente viadanese, Adriano Saccani, si è soffermato sull’importanza territoriale dell’Oglio-Po, ospedale frutto di una concentrazione di servizi e risorse compiuta con enormi sforzi vent’anni fa. Trattandosi del presidio di un comprensorio a cavallo fra due province, sull’ospedale non possono incidere steccati partitici o confini geografici.
Dalla lungimiranza degli amministratori che riuscirono a completare il passaggio da tre ospedali ad uno (da Casalmaggiore, Bozzolo e Viadana a Oglio-Po), è iniziato anche l’intervento di Luigi Borghesi, che ha ricordato l’importante valenza di un presidio che, essendo per acuti, dev’essere in grado di rispondere alle emergenze.
Critico il primario sulla definizione delle eccellenze: la Lombardia fornisce sì servizi sanitari eccellenti, ma solo rispetto alle altre regioni italiane. Se si allarga il discorso agli altri stati, europei e mondiali, l’Italia si scopre terribilmente indietro (addirittura al 130° posto).
Borghesi hai poi elencato cinque criticità legate alla sanità italiana. La prima fa riferimento alla corruzione che ha comportato la perdita di risorse. La seconda riguarda invece la competizione esasperata fra pubblico e privato che ha prodotto una perdita di qualità nei servizi erogati. La terza è la totale mancanza di programmazione sulla collocazione corretta delle strutture: in città è possibile scegliere diverse alternative dello stesso servizio, in provincia no. Quarta criticità riguarda i criteri di scelta dei manager delle aziende ospedaliere: le poltrone in questo caso rispondono ad una vera e propria spartizione politica, senza considerazioni di merito. Quinto e ultimo punto toccato da Borghesi, la riduzione del numero di Asl, che ha comportato la divisione di un territorio coeso come quello dell’Oglio-Po, con gravi disservizi e un progressivo depauperamento della struttura ospedaliera (esempio: i letti sono passati da 270 a 230).
Monica Vangi è invece intervenuta spiegando come la spending review finisca col ricadere sempre sulle fasce pià deboli, in termini di spesa e disservizi. Il segretario generale funzione pubblica Cgil si è infine augurata che la dirigenza ospedaliera inizi a dare priorità ai cittadini, non più alle esigenze personali: ogni dirigente insediatosi a Cremona, ha spiegato Monica Vangi, come prima cosa ha modificato la propria location, ammodernando uffici e quant’altro.
Conclusi gli interventi dei relatori, hanno preso la parola dal pubblico l’ex presidente della Provincia di Cremona Giuseppe Torchio, il sindaco di Casalmaggiore Claudio Silla, il primario del reaprto di Riabilitazione specialistica cardiorespiratoria dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, dottor Rino Frizzelli, e l’assessore ai Servizi Sociali del comune di Casalmaggiore Pierluigi Pasotto.
Torchio ha ricordato come il 20-30% delle utenze dell’Oglio-Po provenga dall’Emilia Romagna, segno dell’attrattiva entra regionale dell’ospedale. Il candidato alla regione per il Centro Popolare Lombardo ha quindi elogiato Borghesi e tutti gli operatori sanitari che non hanno mai abbassato la schiena. Scettico invece l’ex presidente della Provincia di Cremona sul documento diffuso dalla direzione generale in merito alla richiesta di una deroga al Piano di Organizzazione Aziendale: Torchio ha ammesso di non fidarsi dei proclami e di ritenere insufficiente la rimodulazione del Poa per la risoluzione dei problemi del comprensorio.
Silla si è invece soffermato sulla ricettività dell’Oglio-Po, che risponde alle esigenze di un bacino di circa 80mila abitanti. Il sindaco di Casalmaggiore ha quindi evidenziato la debolezza di un territorio con tanti servizi diffusi che sarebbe meglio concentrare.
Pasotto, candidato al Senato per Rivoluzione Civile, si è infine domandato se esista ancora il principio di sussidiarietà, evidenziando il difficile rapporto fra ente pubblico e privato.
Importanti le dichiarazioni del dottor Rino Frizzelli, già primario a Bozzolo ed ora di stanza all’ospedale Carlo Poma di Mantova: “I malati non hanno targhe, bisogna ragionare senza barriere provinciali”.
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