Politica

La Rivoluzione Civile
parte dal basso
presentandosi alla Bassa

Parte dal basso e dalla Carta Costituzionale il programma di Rivoluzione Civile, che ha nell’assessore ai Servizi Sociali del comune di Casalmaggiore, Pierluigi Pasotto, l’unico candidato casalasco.

La campagna elettorale del partito che fa riferimento all’ex Pm di Palermo, Antonio Ingroia – gli adepti vorrebbero portare nella Bassa uno fra lui o De Magistris – si è soffermata ieri nel casalasco per un duplice appuntamento: in mattinata a Casalbellotto, nel pomeriggio a Piadena.

Due tappe cruciali sulla strada che porta alle urne, organizzate dal circolo Rive Gauche di Casalmaggiore. Primo a presentarsi, Pierluigi Pasotto, candidato al senato per Rivoluzione Civile: con lui, i due candidati in Lombardia, l’avvocato Anna Falcone e il caporedattore di RaiNews 24 Maurizio Torrealta. Al tavolo anche i casalaschi Gloria Barili, consigliere comunale di Casalmaggiore, e Giancarlo Roseghini, segretario provinciale di Rifondazione Comunista.

Di una Rivoluzione Civile che parte dal basso ha parlato Pierluigi Pasotto, fornendo esempi concreti in merito alla politica dei tagli attuata dall’ultimo governo tecnico. Una linea di governo che penalizza la qualità dei servizi: basti pensare al ridimensionamento dell’ospedale OglioPo, senza tacere delle sforbiciate ai servizi sociali. Pulizia, trasparenza e ideali, ha spiegato Pasotto, sono i cardini della proposta politica di Rivoluzione Civile, sorretta da candidati di assoluta professionalità che credono nel buon risultato elettorale.

Ha parlato di “situazione drammatica” il giornalista Torrealta, soffermandosi sulla crisi della Monte dei Paschi di Siena, enormemente più grave di quanto si possa leggere sui giornali. E i sacrifici per tentare di salvare le banche, come ha precisato Torrealta, vengono richiesti sempre agli stessi, ovvero ai cittadini che pagano le tasse.

Di classe politica assoggettata agli istituti di credito ha parlato Anna Falcone: l’avvocato ha spiegato come si stia cercando di ripianare il buco finanziario con i soldi dei comuni cittadini. Il paradosso, secondo Falcone, è evitare i fallimenti delle banche piuttosto che pensare allo Stato, alle imprese e alle famiglie. La traccia da seguire per uscire dalla crisi, secondo Rivoluzione Civile, è segnata dalla Costituzione: dall’articolo 41, che dà un indirizzo sociale all’attività economica pubblica e privata, e dall’articolo 43, senza escludere nazionalizzazioni.

A differenza del Pd, che secondo Rivoluzione Civile avrebbe già in serbo l’accordo con Monti, la lista che fa capo ad Ingroia propone di ripartire dalle classi medie, differenziandosi dall’antipolitica di Grillo.

I candidati hanno parlato quindi di politica fatta da proposte di buon senso e da persone per bene, rigettando le teorie bipolaristiche del cosiddetto “voto utile”.

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