Alluvione 2000, Torricella ko
Farina indignato
AGGIORNAMENTO – Dopo il comune di San Daniele Po, che nello scorso weekend si è visto recapitare la sentenza definitiva del Consiglio di Stato che lo obbliga alla restituzione di 380mila euro (clicca qui per leggere il documento ufficiale), anche Torricella del Pizzo, seppure per una somma più esigua, subisce la stessa sorte.
La sentenza n. 68 del 2013 (clicca qui per leggere il documento ufficiale), infatti, ribalta quella del Tar di Brescia, che in prima istanza aveva accolto il ricorso del piccolo comune casalasco (come anche quello di San Daniele Po): i fatti risalgono all’alluvione dell’ottobre 2000, quando il Po, straripando nei terreni golenali, ha di fatto costretto parecchi privati cittadini a lavori straordinari di risistemazione degli immobili. Lavoro rimborsati, in parte, dal comune tramite l’appoggio della Regione.
Tredici anni dopo le carte in tavola cambiano con questa sentenza e Torricella del Pizzo si vedrà costretta a rimborsare il Pirellone di Milano per una cifra che si aggira sui 77mila euro. Martignana di Po attende ancora il giudizio di secondo grado in merito alla sua situazione, ma visti i precedenti il sindaco Alessandro Gozzi ha ammesso di temere il peggio. Se il Consiglio di Stato dovesse avversare anche il ricorso del comune di Martignana di Po, infatti, la Regione dovrà ottenere dallo stesso la restituzione di 65mila euro.
I COMMENTI -All’epoca dell’alluvione Alessandro Farina era sindaco di Torricella. Logico dunque chiedere a lui un parere dopo lo smacco in sede di giustizia amministrativa. “Parto da una premessa” spiega Farina “è molto più facile fare calcoli dalla scrivania del Pirellone, senza magari avere mai visto una casa alluvionata, che andare sul posto, nelle case disastrate, come ho fatto in quell’ottobre”.
Farina entra poi nel merito del meccanismo che ha dato origine alla battaglia legale. “La prima interpretazione del decreto regionale prevedeva che per il rimborso fino a 4mila euro (8 milioni di lire nel 2000, ndr) non era necessaria l’autocertificazione. In parole povere, la richiesta poteva arrivare anche senza dover presentare una fattura. Chi però aveva danni eccedenti i 4mila euro ha dovuto dimostrare l’intera entità del danno. Mi spiego meglio: un privato che in quel periodo ha subito un danno da 5mila euro, non ha potuto sfruttare l’autocertificazione dei primi 4mila euro e poi eventualmente dimostrare la necessità di ulteriori mille euro con fatture e quant’altro. No, ha dovuto trovare pezze giustificative sull’intera somma di 5mila euro. Questo perché l’interpretazione del decreto è stata cambiata in corsa: così facendo molti privati hanno dovuto fare i lavori in fretta e furia, per non arrivare tardi alla richiesta di rimborso e in alcuni casi il danno è stato doppio. I lavori sono infatti stati rifatti, proprio perché in prima battuta erano stati realizzati in modo raffazzonato”.
Il comune di Torricella, come detto, dovrà restituire 77mila euro, cifra risultante dalla sottrazione tra i circa 120mila euro consegnati dalla Regione al piccolo paese in riva al Po e i 40mila già restituiti dal comune stesso perché eccedenti, o meglio non giustificati. “Molti hanno sfruttato la prima interpretazione del decreto e non hanno prodotto pezze giustificative necessarie” continua Farina “il che ha aumentato, secondo il Consiglio di Stato, la cifra da restituire in Regione perché inizialmente concessa anche se non giustificata”.
BRUTTE SENSAZIONI – Preoccupato Alessandro Gozzi, attuale sindaco di Martignana di Po. La sentenza in merito non è ancora arrivata e la causa è seguita dall’avvocato Piergiuseppe Storti, che difende il comune casalasco. “Ho brutte sensazioni” ammette il sindaco “. Con i precedenti creati da Torricella del Pizzo e San Daniele Po che hanno perso al Consiglio di Stato, il rischio reale è che anche a noi tocchi la stessa sorte. Sarebbe una grave ingiustizia”. Martignana, in caso di ko in secondo grado di giudizio (l’ultimo previsto in sede amministrativa), dovrà rimborsare la Regione per una cifra che si aggira sui 65mila euro.
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