Ambiente

Coldiretti, partita
da Cappella Picenardi
la lotta alle nutrie

Nella foto i relatori e il pubblico presente a Cappella dè Picenardi

CAPPELLA DE’ PICENARDI – “Vogliamo fare un confronto con tutte le parti in causa per risolvere una volta per tutte il problema delle nutrie e di tutta la fauna selvatica che danneggia le nostre produzioni”. Si è aperta con quest’intento esposto dal presidente di Coldiretti Cremona, il gussolese Paolo Voltini, l’incontro ‘Nutrie, il tempo è scaduto’, organizzato dalla stessa associazione di categoria nel teatro comunale di Cappella de’ Picenardi. Di fronte a circa duecento agricoltori, allevatori, esperti di settore, ma anche amministratori locali del territorio cremonese (una cinquantina i comuni rappresentati) e responsabili dei consorzi d’acqua, lunedì sera hanno preso la parola diverse personalità, con Tino Arosio, direttore di Coldiretti Cremona, a fare da moderatore. Sul palco, accanto a Paolo Voltini, Raffaele Leni vicesindaco di Cappella de’ Picenardi (il primo cittadino Roberto Poli ha aperto l’incontro), il consigliere regionale Carlo Malvezzi, il dirigente agricoltura e ambiente dell’ente provinciale cremonese Andrea Azzoni.

Un video di una manciata di minuti ha dato il via alla serata mostrando testimonianze di agricoltori ormai esasperati dalla diffusione incontenibile di esemplari di nutrie, con immagini a testimoniare la devastazione di campi e raccolti. La parola è passata quindi ai relatori, a cominciare da Paolo Voltini: “Il proliferare delle nutrie è ormai un problema sociale, igienico per chi lavora nei campi ma soprattutto anche per i cittadini e per la salute di tutti. Solo insieme – ha richimato il presidente di Coldiretti Cremona -, con un confronto corretto e trasparente, possiamo dare un contributo di svolta per dare un segnale positivo al fine di debellare questo flagello della natura”. Andrea Ragazzini dei servizi tecnici di Coldiretti Cremona ha fatto il punto della situazione sul “Problema nutrie”: l’animale, della famiglia dei roditori, ha trovato ambiente ideale nelle campagne padane, ricche di cibo e corsi d’acqua, tanto che il suo adattamento ha visto crescere in maniera esponenziale il numero di esemplari, decuplicato in una decina d’anni. Oggi si contano circa due milione di nutrie nelle terre del Po. Una popolazione che provoca qualcosa come 20 milioni di euro di danni all’anno. Il contrasto è affidato ad un piano provinciale, ma dal 2003 si parla di un coordinamento regionale che sinora non ha trovato realizzazione. In molti casi sono i sindaci ad adottare ordinanze specifiche, che vengono però impugnate dalle associazioni animaliste cui il Tar dà ragione. Trappolaggio e abbattimento con fucile sono pratiche sì diffuse, ma non troppo efficaci secondo Coldiretti.

Le testimonianze di agricoltori, cittadini, amministratori pubblici hanno dipinto il resto del quadro: nutrie che rappresentano un pericolo sempre maggiore sulle strade e nei campi, che si spingono nei centri abitati, che arrivano alle mangiatoie degli allevamenti, che ‘minano’ alle fondamenta argini e canali con il pericolo di cedimenti. “L’analisi della situazione è stata netta e condivisa: gli strumenti di contenimento finora messi in campo non sono riusciti a fermare il fenomeno, che al contrario è diventato sempre più massiccio e pericoloso. S’impone un cambio di passo, un intervento straordinario e Coldiretti è pronta a fare la propria parte – così il Presidente Paolo Voltini al termine dell’incontro –. Dal consigliere regionale Carlo Malvezzi abbiamo ricevuto un importante impegno, sottoscritto da tutti i presenti: la Regione può farsi promotrice di un provvedimento legislativo nazionale che trasformi questi animali in specie cacciabile e che li riconosca come nocivi. Solo così sarà possibile superare quegli ostacoli che finora hanno impedito di ottenere veri risultati nella lotta alla nutrie”. “Non possiamo aspettare che arrivi la tragedia – aggiunge Tino Arosio -. Abbiamo già assistito ad incidenti in campo, con mezzi di lavoro che si ribaltano a causa dei buchi prodotti dalle nutrie. I rappresentanti dei consorzi d’acqua hanno sottolineato il rischio che gli argini possano cedere davvero, rappresentando un pericolo per la comunità. Le testimonianze degli agricoltori hanno confermato che quotidianamente, soprattutto in queste notti d’irrigazione, si viene a contatto con le nutrie, portatrici di leptospirosi e altre infezioni. E i sindaci hanno ribadito la preoccupazione per la comunità che rappresentano: vogliamo aspettare che un bambino sia morso da una nutria, perché ci si renda conto della gravità del problema?”.

Importanti input sono giunti dal dibattito: la proposta, ad esempio, di affiancare ai comuni l’ufficio legale della regione, per non lasciare soli i sindaci che emettono le ordinanze d’abbattimento. E ancora, l’impegno ad operare perché il problema nutrie sia affrontato come un’emergenza sanitaria, che esige una presa di posizione forte della autorità deputate al tema della sanità e salute, a tutti i livelli. Per Coldiretti Cremona è una promessa: da Cappella de’ Picenardi riparte l’offensiva sul problema nutrie.

Simone Arrighi

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